Il Financial Stability Board (FSB) ha pubblicato oggi il Rapporto annuale (2024) di monitoraggio globale sull’intermediazione finanziaria non bancaria, che descrive le tendenze generali dell’intermediazione finanziaria, nel 2023, in 29 giurisdizioni che rappresentano circa l’88% del PIL mondiale.
In sintesi, questi i principali risultati dell’esercizio di monitoraggio 2024:
- nel 2023, il settore dell’intermediazione finanziaria non bancaria (NBFI) è cresciuto dell’8,5%, più del doppio rispetto alla crescita del settore bancario (3,3%), portando la quota delle NBFI sul totale delle attività finanziarie globali a quasi il 50% (circa 250.000 miliardi di dollari): crescita attribuita all’aumento delle valutazioni delle attività, che sono rimbalzate dopo un calo nel 2022; anche gli afflussi degli investitori verso le entità NBFI hanno contribuito all’aumento
- tutti i sottosettori delle NBFI sono cresciuti a tassi circa due volte superiori alla media quinquennale: le attività degli altri intermediari finanziari (AIF) – un sottoinsieme del settore NBFI che comprende i fondi del mercato monetario, gli hedge fund, gli altri fondi di investimento, le controparti centrali e i veicoli finanziari strutturati (SFV) – sono aumentate di quasi il 10% nel corso dell’anno, raggiungendo poco meno di 160.000 miliardi di dollari; anche le attività delle compagnie di assicurazione e dei fondi pensione hanno registrato una forte crescita
- la misura ristretta del settore delle NBFI – che consiste in entità che le autorità hanno valutato come coinvolte in attività di intermediazione creditizia che possono comportare rischi per la stabilità finanziaria di tipo bancario – è aumentata di quasi il 10%, il livello più alto mai registrato in questo esercizio
- la maggior parte delle metriche di vulnerabilità delle entità NBFI – che misurano l’intermediazione creditizia, la trasformazione delle scadenze, la trasformazione della liquidità e la leva finanziaria – sono rimaste stabili; le metriche relative alla trasformazione della liquidità nel reddito fisso e nei fondi misti, nonché alla leva finanziaria nelle società finanziarie, nei broker-dealer e negli SFV, sono risultate relativamente elevate
- il rapporto include per la prima volta anche dati sui prestiti fintech non bancari, in risposta a una raccomandazione della terza fase della G20 Data Gaps Initiative di colmare le lacune di dati relativi a questa attività: 10 giurisdizioni hanno segnalato un totale di prestiti fintech non bancari di circa 40 miliardi di dollari, pari all’1% del totale delle attività di prestito detenute dai loro AIF.