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Ne bis in idem: l’avvocato UE propone un criterio unificato

8 Settembre 2021
Di cosa si parla in questo articolo

L’Avvocato generale della Corte di Giustizia UE, Michal Bobek, ha presentato le proprie conclusioni nelle cause C-117/20 e C-151/20 in cui la Corte è chiamata a pronunciarsi sulla protezione contro la doppia incriminazione in materia di abuso di posizione dominante.

Nelle proprie conclusioni, l’avvocato generale considera che l’articolo 50 della Carta, che sancisce il principio del ne bis in idem, debba avere lo stesso contenuto indipendentemente dal settore del diritto dell’UE a cui esso si applica, salvo quando una specifica disposizione di diritto dell’UE garantisce espressamente un livello di protezione più elevato.

Egli sottolinea inoltre che lo scopo stesso del principio ne bis in idem è quello di proteggere la parte dal secondo procedimento. È una barriera. Se validamente attivato, impedisce persino l’inizio di un successivo procedimento. Tale sbarramento deve essere definito ex ante ed in via normativa. Non può dipendere da elementi circostanziali specifici di un determinato procedimento (successivo). L’Avvocato UE propone quindi un test unificato del ne bis in idem ai sensi dell’articolo 50 della Carta per sostituire quello che attualmente, è un mosaico frammentato e parzialmente contraddittorio. Il test unificato dovrebbe basarsi su una triplice identità: dell’autore del reato, dei fatti rilevanti e dell’interesse giuridico protetto.

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