Pubblicato sulla Rivista di Diritto Bancario l’articolo di Andrea Minto, Professore associato di diritto dell’economia, Università degli Studi di Venezia, sull’applicabilità della disciplina antiriciclaggio ai non fungible tokens (NFT).
Il grande successo riscosso dagli NFT sul mercato ha sollevato ampie ed articolate questioni di vertice legate al loro inquadramento giuridico, anche nella prospettiva dell’applicazione della disciplina antiriciclaggio.
Le indagini e gli studi più recenti mostrano in modo chiaro come il controvalore complessivo delle cripto-attività inviate da indirizzi coinvolti in attività criminose verso il mercato dei non fungible tokens è cresciuto in modo significativo negli ultimi tempi, corroborando le preoccupazioni espresse circa l’idoneità di questi tokens ad essere utilizzati per finalità illecite sulla scorta di quanto paventato già per le cripto valute più in generale.
Ciò non di meno, la carenza di una specifica definizione, di chiare coordinate, ed il generale clima di incertezza che circonda gli NFT anche a fini antiriciclaggio inducono ad un’attenta analisi delle regole europee e domestiche, de jure condito e de jure condendo, per chiarire quali situazioni connesse con l’utilizzo di non fungible tokens siano intercettate dalle maglie della disciplina.
Leggi il contributo completo in materia di applicabilità della disciplina antiriciclaggio ai non fungible tokens al seguente link.