Il 26 gennaio 2015 l’ISDA ha diffuso un nuovo paper tramite il quale si propone di definire gli standard minimi di mercato per la costituzione di meccanismi concordati per la gestione delle crisi e di recovery delle CCPs (“CCP Default Management, Recovery and Continuity: A Proposed Recovery Framework”).
In particolare, ai sensi della regolamentazione vigente, le CCP sono tenute a sviluppare specifici piani per l’attuazione di procedure di recovery nel caso di rischi alla propria solvibilità derivanti dal condizioni esogene dei mercati o endogene causate da altri fattori interni. Nel documento si espongono le linee guida proposte dall’ISDA per giungere ad una ordinata gestione delle eventuali crisi cui potrebbe essere soggetta una CCP, precisando che l’avvio di procedure di recovery e messa in sicurezza (con le relative proposte di allocazione delle eventuali perdite ai partecipanti e ai clienti) sarebbero da preferire alle procedure di chiusura definitiva della CCP.
Come precisato dall’ISDA, il paper in questione si focalizza solo sulle perdite eventualmente causate ad una CCP a seguito del default di uno dei partecipanti diretti, e non tocca altre questioni concernenti le perdite subite dalla CCP per diversi motivi e che sono stati ad esempio oggetto di un altro intervento sul tema da parte di CPMI-IOSCO in un report pubblicato nel mese di ottobre 2014 (cfr. contenuti correlati).