Consob ha pubblicato l’Occasional Report “Le offerte pubbliche svolte in Italia nel periodo 2020 – 2023″, che riporta le principali evidenze relative alle offerte pubbliche di acquisto (“OPA”) e/o scambio (“OPS”) effettuate in Italia fra il 2020 e il 2023: nel documento si dimostra che nell’applicazione concreta, l’istituto dell’Opa, pensato originariamente come uno strumento volto a favorire la contendibilità delle imprese e la tutela degli azionisti di minoranza, è stato usato in Italia prevalentemente come via di uscita dalla Borsa.
L’esito di tale indagine conferma i risultati di un precedente studio (Le Opa in Italia dal 2007 al 2019: evidenze empiriche e spunti di discussione) che la stessa Consob aveva pubblicato nel 2021.
Il documento riporta le principali evidenze relative alle offerte pubbliche di acquisto (“OPA”) e/o scambio (“OPS”) effettuate in Italia fra il 2020 e il 2023: i dati raccolti restituiscono a Regolatori e Autorità di vigilanza una realtà in continua evoluzione, con particolare riferimento al mercato del trasferimento del controllo societario; il rapporto potrà, inoltre, nell’auspicio di Consob, contribuire all’analisi di possibili interventi di riforma del TUF, con particolare riguardo alle offerte pubbliche di acquisto e scambio.
Complessivamente, a partire dal 2007, anno di recepimento della Direttiva 2004/25/CE concernente le offerte pubbliche di acquisto, in Italia sono state effettuate 307 offerte vigilate dalla Consob, per un controvalore complessivo di circa 75.161 milioni di euro.
Le tabelle riepilogative di tutte le offerte effettuate in ciascun anno e la suddivisione per OPA, obblighi di acquisto ex art. 108, comma 2, del TUF (fuori Offerta), OPS e OPAS sono riportate in calce al documento stesso: con riferimento al quadriennio 2020-2023, sono prima presentate alcune statistiche descrittive di carattere generale sull’andamento delle Offerte nel periodo in esame (quantità, controvalore, tipologia di prodotto finanziario), per poi analizzare i tratti peculiari delle stesse (ovvero Natura dell’Offerta, Motivazione dell’Offerta, Premi corrisposti, etc.).
In sintesi:
- su un totale di 76 offerte pubbliche promosse nei quattro anni in esame ben 56, cioè il 74% dei casi, si sono concluse con il delisting: tra le motivazioni della scelta di lasciare la Borsa vengono indicate le semplificazioni normative, i minori oneri, la maggiore flessibilità gestionale e organizzativa nonché la maggiore competitività e velocità di esecuzione che si associano allo status di società non quotata;
- lo studio evidenzia anche una significativa crescita nel numero delle offerte promosse sull’Euronext Growth Milan (Egm), il sistema multilaterale di negoziazione dedicato alle piccole e medie imprese, in cui fra il 2020 e il 2023 si sono registrate 16 Opa (21,9% delle offerte totali), con un’accelerazione nel 2023 (10 casi), rispetto alle 9 Opa del periodo 2007-2019;
- analizzando i mercati di negoziazione, risulta che il premio offerto agli azionisti è in media più basso dove la liquidità è maggiore (p. es. sul segmento Euronext Star Milan), mentre sulle piattaforme in cui la liquidità è minore (p. es. l’Egm) il premio è di regola più alto.
- fra il 2020 e il 2023 19 offerte su 76 (pari al 25%) hanno registrato forme di reinvestimento dei soci della società-bersaglio nel capitale dell’offerente.