Con lettera al mercato del 28 luglio 2021, l’IVASS ha invitato le compagnie di assicurazione ad attenersi alle raccomandazioni EIOPA su ORSA nel contesto pandemico Covid-19.
Le raccomandazioni in esso contenute sono applicabili a qualsiasi situazione emergenziale e intendono fornire una indicazione delle aspettative della supervisione su un processo aziendale chiave per una efficace gestione dei rischi e per contribuire alla pianificazione strategica dell’impresa.
Più in particolare, le raccomandazioni EIOPA:
- riconoscono l’esigenza di incrementare il dialogo e il confronto su ORSA tra il supervisore nazionale e la compagnia, richiamando l’attenzione sul fatto che le imprese di (ri)assicurazione devono essere in grado di valutare annualmente se il modello di business e il profilo di rischio, per effetto della situazione emergenziale, sia stato colpito in modo significativo e necessiti per questo di una revisione o dell’adozione di interventi volti a contenere i rischi che ne possono derivare;
- indicano che le analisi ORSA devono includere nelle valutazioni annuali (regular-ORSA) gli effetti indotti dalla situazione emergenziale e nei casi di impatto significativo sul profilo di rischio dell’impresa deve essere considerata la possibilità di effettuare una non-regular ORSA;
- precisano che negli esercizi di stress test (inclusi i reverse stress test) e nelle analisi di scenario utilizzati per ORSA devono essere ricompresi i molteplici effetti indotti dalla situazione emergenziale, inclusi quelli che incidono sul contesto macroeconomico, sui comportamenti dei consumatori, sul mercato dei capitali, sull’andamento dei sinistri (sia danni che vita) e sulla continuità operativa, inclusa la resilienza digitale;
- richiamano l’attenzione sull’opportunità di verificare l’adeguatezza delle metriche di gestione del rischio, volte a rilevare tutti i profili di vulnerabilità, in coerenza con gli obiettivi di risk appetite, con le soglie di tolleranza e i processi di monitoraggio;
- sottolineano che le analisi ORSA devono ricomprendere un arco temporale almeno di 3 anni, con l’obiettivo di rilevare effetti diretti e secondari (second-round effect) generati dalla pandemia.