Con Risposta n. 269/2023, l’Agenzia delle Entrate ha fornito chiarimenti in merito all’esternalizzazione (outsourcing) delle funzioni fondamentali dei fondi pensione con riferimento ai seguenti profili: esenzione IVA, recupero IVA medio tempore applicata, mancata emissione di note di variazione e rimborso.
La risposta si riferisce all’esternalizzazione o outsourcing delle funzioni fondamentali dei fondi pensione. La normativa sui fondi pensione è stata recentemente modificata dalla Direttiva UE 2016/2341, recepita dal Decreto Legislativo n. 147 del 2018, che ha introdotto nuovi obblighi di governance per i fondi pensione.
In particolare, i fondi pensione devono dotarsi di un sistema di governo finalizzato a garantire una gestione sana e prudente delle loro attività. Tra le funzioni fondamentali che devono essere gestite internamente dai fondi pensione vi sono la gestione dei rischi, la revisione interna e la funzione attuariale. Tuttavia, la normativa consente anche di esternalizzare queste funzioni fondamentali a soggetti terzi “idonei”.
La Risposta n. 269/2023 fornisce chiarimenti in merito al regime IVA applicabile alle funzioni fondamentali svolte in outsourcing, stabilendo che le prestazioni rese dal fornitore esterno possono essere esenti IVA qualora siano effettivamente riconducibili tra i servizi esenti. Inoltre, la mancata emissione tempestiva di note di variazione entro un anno dalla data di emissione delle fatture non può essere considerata una mera “inerzia colpevole”, e la società ha la facoltà di richiedere il rimborso dell’IVA erroneamente addebitata entro il termine di due anni dalla data del versamento.
In sintesi, la Risposta n. 269/2023 fornisce importanti chiarimenti sulla disciplina dell’esternalizzazione delle funzioni fondamentali dei fondi pensione, offrendo indicazioni utili anche in merito al regime IVA applicabile e al rimborso dell’IVA erroneamente addebitata.