WEBINAR / 05 Luglio
e-IDAS2, contratti dematerializzati e firme elettroniche


Novità normative e problematiche attuali

ZOOM MEETING

Offerte per iscrizioni entro il 19/06


WEBINAR / 05 Luglio
e-IDAS2, contratti dematerializzati e firme elettroniche
www.dirittobancario.it
Flash News

Performance share: qualificazione dei proventi e tassazione

20 Marzo 2023
Di cosa si parla in questo articolo

Con Risposta n. 249/2023, l’Agenzia delle Entrate si è espressa in merito alla qualificazione dei proventi derivati da un piano di performance share.

In particolare, evidenzia l’Agenzia delle Entrate, simili assegnazioni devono necessariamente essere ricondotte nell’ambito dei fringe benefits e, quindi, tassati come reddito di lavoro dipendente o assimilato.

Secondo il principio di omnicomprensività, tutte le somme e i valori ricevuti dal dipendente in relazione al rapporto di lavoro costituiscono reddito di lavoro dipendente.

Per quanto riguarda il valore del fringe benefit, l’articolo 51, comma 3, del Tuir prevede che il valore normale debba essere utilizzato come criterio generale per valutare i compensi in natura.

Tale valore è determinato in base ai principi stabiliti dall’articolo 9 del Tuir.

La presunzione legale di qualificazione del reddito come reddito di natura finanziaria opera esclusivamente in riferimento ai proventi derivanti da strumenti finanziari con diritti patrimoniali rafforzati, e non riguarda il reddito derivante dalla assegnazione degli stessi, che deve essere considerato tra i redditi di lavoro dipendente o assimilato.

Nel caso specifico descritto nella Risposta, il piano di performance shares prevede l’assegnazione gratuita di azioni proprie della Società in base al raggiungimento di specifici livelli di patrimonializzazione e di rendimento del titolo.

Tuttavia, tali azioni non costituiscono il rendimento di uno strumento finanziario avente diritti patrimoniali rafforzati, quindi non si può invocare la presunzione di cui all’articolo 60 del decreto legge n. 50 del 2017.

Le azioni vengono assegnate solo all’amministratore delegato e ai manager selezionati della Società, a condizione che mantengano lo status di lavoratori dipendenti o assimilati e che siano trascorsi almeno due anni dalla vigenza del piano.

Inoltre, l’attribuzione delle azioni è limitata e il loro numero viene rettificato in base alla durata del rapporto di lavoro.

In conclusione, il valore delle azioni assegnate ai manager e all’amministratore delegato come performance share costituisce reddito di lavoro dipendente o assimilato, con l’obbligo di sostituzione in capo alla Società.

Di cosa si parla in questo articolo

WEBINAR / 05 Luglio
e-IDAS2, contratti dematerializzati e firme elettroniche


Novità normative e problematiche attuali

ZOOM MEETING

Offerte per iscrizioni entro il 19/06

Una raccolta sempre aggiornata di Atti, Approfondimenti, Normativa, Giurisprudenza.
Iscriviti alla nostra Newsletter