Banca d’Italia ha pubblicato l’audizione di Sergio Nicoletti Altimari, Capo del Dipartimento Economia e Statistica di Banca d’Italia, del 7 ottobre 2024, innanzi la Camera dei Deputati, ove ha esaminato il Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029 (PSBMT).
Il Capo del Dipartimento di Economia e Statistica della Banca d’Italia ha illustrato i principali elementi del Piano, evidenziando punti di forza e aree di miglioramento, con particolare attenzione alle sfide che attendono l’Italia nel periodo di aggiustamento fiscale.
Altimari ha riconosciuto l’importanza del Piano strutturale di bilancio di medio termine 2025-2029 nel quadro della nuova governance economica europea, approvata nell’aprile 2024, che prevede l’impegno dei Paesi membri con un elevato debito pubblico, come l’Italia, a intraprendere un percorso di riduzione del rapporto debito/PIL.
Ha quindi sottolineato la rilevanza delle riforme e degli investimenti per favorire la crescita e la resilienza economica; tuttavia, ha rilevato alcune criticità, tra cui la mancanza di dettagli sulle scadenze temporali e sugli indicatori per monitorare l’attuazione delle riforme, suggerendo di migliorare la chiarezza e la precisione su questi aspetti.
Sul fronte fiscale, Altimari ha apprezzato le raccomandazioni della Commissione Europea, in particolare quelle relative alla riduzione del cuneo fiscale e all’aggiornamento dei valori catastali.
Ha però segnalato la necessità di una strategia industriale più definita, mirata a ridurre i divari territoriali e a promuovere una maggiore concorrenza nei settori del commercio al dettaglio e delle professioni regolamentate: secondo il Capo Dipartimento le misure di liberalizzazione attuate in passato hanno portato benefici, ma il PSBMT potrebbe fare di più per incoraggiare una crescita sostenuta.
Altro elemento critico riguarda l’approccio alla gestione delle entrate fiscali, ove Altimari ha espresso preoccupazione per l’uso di entrate temporanee del 2024 per finanziare parte della manovra, senza garanzie che queste siano permanenti; questo introduce un livello di incertezza che potrebbe complicare il raggiungimento degli obiettivi di riduzione del debito pubblico.
Infine, pur apprezzando l’allungamento del periodo di aggiustamento fiscale da quattro a sette anni, ha osservato che la spesa pubblica e il suo controllo richiedono maggiore attenzione: ha esortato il governo a pianificare con più cautela e a migliorare la sostenibilità delle riforme proposte, indicando che il successo dipenderà in gran parte dall’efficacia con cui verranno implementate.