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Attualità

Politiche della BCE sui tassi negativi: quali effetti sul margine di interessi delle banche ?

6 Maggio 2016

Ivan Fogliata

Di cosa si parla in questo articolo
BCE

A distanza di più di un mese dalle manovre del 10 marzo 2016 ci si interroga sugli effetti che tali manovre potranno avere sul margine di interesse degli istituti di credito.

Ciò che è indubbio è che il margine di interesse sta vivendo un progressivo processo di compressione dovuto a più di un fattore il primo dei quali la contrazione della domanda di prestiti ed il conseguente esacerbarsi della concorrenza.

E’ quindi lecito chiedersi quali effetti possa avere il TLTRO (targeted long term refinancing operation) che, nella sua veste del marzo 2016, arriva a garantire finanziamenti alle banche a tasso del -0,40%. Potrà costituire un sollievo per i conti economici degli intermediari finanziari? Quanto di tale risparmio verrà retrocesso alla clientela?

La risposta è certamente complessa ma ciò che si osserva è un fenomeno triplice:

  • Occorre da un lato porre a confronto il rendimento ottenibile sull’attività di intermediazione creditizia rispetto a quello ottenibile da impieghi alternativi, i grandi operatori del credito (che spesso dettano gli orientamenti del mercato del credito essendo gli strategic first mover in molti casi) sono i primi a promuovere azioni massive di sviluppo creditizio basato sulla leva del prezzo ove osservano opportunità anche a spread ridotti. Ciò che sorprende è che da un lato la BCE coi tassi negativi rende sempre meno appetibili impieghi alternativi anche grazie all’introduzione delle obbligazioni corporate quali collateral dei finanziamenti della medesima e dall’altro però contemporaneamente spinge giocoforza verso il basso i rendimenti dell’attività creditizia pura.
  • Il sistema creditizio è in grande evoluzione e fermento. Le rivoluzioni che stanno interessando il mondo delle Popolari e delle Banche di Credito Cooperativo fanno già intravedere ed immaginare fenomeni di polarizzazione ed aggregazione. Occorre forse conquistare il mercato prima che si formino nuovi poli di ragguardevoli dimensioni in grado di porsi quali competitor con ritrovata solidità ed aggressività in termini di innovazione di prodotto e processo?
  • Se le aziende beneficiano di prezzi minori per accedere al credito a loro volta lavoreranno sui prezzi per essere più competitive e provare ad espandersi? Ma abbassamenti dei prezzi non fanno altro che alimentare i fenomeni deflattivi che è ciò che la BCE sta alacremente combattendo.

Il mercato del credito si è reso quindi ulteriormente liquido e competitivo tuttavia le manovre della banca centrale a parere di chi scrive non sembrano avere un impatto unidirezionale verso l’espansione dell’attività creditizia per gli effetti “distorsivi” della predita di redditività di cui sopra si è detto. Quanto si avvantaggeranno le grandi aziende (spesso anche grandi prenditori di finanza dal mondo del credito) della possibilità che le loro obbligazioni siano eleggibili quali collateral presso la BCE? Le banche dovranno ridurre i propri margini per poter finanziare ancora le grandi imprese? Quali problemi vivranno le banche di minori dimensioni che accedono ai fondi BCE a prezzi maggiorati che scontano la loro maggior rischiosità?

Molti sono quindi i quesiti a cui occorre dare una risposta.

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