Il Parlamento europeo, in data 17 gennaio 2025, ha espresso parere favorevole al progetto di direttiva del Consiglio che modifica la Direttiva 2006/112/CE, per quanto riguarda le norme IVA per l’era digitale, quale parte del pacchetto legislativo anche noto come progetto ViDA (VAT in the Digital Age).
L’8 dicembre 2022 la Commissione ha presentato il pacchetto “L’IVA nell’era digitale” (COM(2022)0701), contenente tre proposte:
- una proposta di direttiva del Consiglio che modifica la Direttiva 2006/112/CE per quanto riguarda le norme IVA per l’era digitale
- una proposta di regolamento del Consiglio che modifica il Regolamento (UE) n. 904/2010 per quanto riguarda gli accordi di cooperazione amministrativa in materia di IVA necessari per l’era digitale
- una proposta di regolamento di esecuzione del Consiglio che modifica il Regolamento di esecuzione (UE) n. 282/2011 per quanto riguarda gli obblighi in materia di dichiarazione relativamente a taluni regimi IVA.
Il progetto ViDA ha elaborato un piano d’azione per una fiscalità equa e semplice, sottolineando la necessità di riflettere sul modo in cui la tecnologia può essere utilizzata nella lotta alla frode fiscale e su come le attuali norme in materia di IVA nell’UE potrebbero essere adattate all’attività imprenditoriale nell’era digitale.
Le tre modifiche proposte per adeguare l’IVA all’era digitale, INCLUSE NEL PROGETTO vIda sono le seguenti:
- un nuovo sistema di comunicazione digitale in tempo reale basato sulla fatturazione elettronica
- un aggiornamento delle norme in materia di IVA per l’economia delle piattaforme
- una registrazione unica ai fini dell’IVA per le imprese che vendono ai consumatori in tutta l’UE.
La direttiva e il regolamento sono stati oggetto di una procedura legislativa speciale: il Parlamento europeo, consultato, ha espresso il suo parere il 22 novembre 2023.
Il 5 novembre 2024 il Consiglio ha approvato il pacchetto ViDA; tuttavia, date le differenze sostanziali tra la proposta della Commissione (ossia la direttiva) su cui il Parlamento europeo era stato inizialmente consultato e il testo del Consiglio, il 7 novembre 2024 il Consiglio ha deciso di consultare nuovamente il Parlamento europeo.
In particolare, il regime del “fornitore presunto” ha costituito un motivo di disaccordo significativo in seno al Consiglio, il che ha reso particolarmente difficile raggiungere un compromesso finale.
Si ricorda che in base a tale regime, che sarà applicabile dal 2030 alle piattaforme digitali, queste ultime saranno rese responsabili della riscossione e della trasmissione dell’IVA per conto dei fornitori che non lo fanno direttamente: tale previsione opererà quando il fornitore effettivo non comunichi il proprio numero di identificazione IVA, dichiarando altresì al gestore del marketplace l’intenzione di addebitare l’imposta.
Il Consiglio ha quindi deciso che le norme sul fornitore presunto saranno introdotte dapprima su base volontaria a partire dal 1º luglio 2028 e poi su base obbligatoria a decorrere dal 1º gennaio 2030; gli Stati membri saranno inoltre autorizzati a esentare le PMI dal regime del fornitore presunto, senza dover riferire al comitato IVA.
Nel suo primo parere, il Parlamento europeo ha sottolineato la necessità di limitare gli oneri amministrativi per le PMI.
Il Consiglio ha inoltre introdotto una maggiore flessibilità per consentire agli Stati membri di gestire i propri sistemi di fatturazione, dato che molti Stati membri hanno già investito in modo consistente in software propri; in determinate condizioni sono state reintrodotte anche le fatture periodiche, nonostante la Commissione avesse proposto di vietarle; anche il Parlamento era favorevole alla reintroduzione delle fatture periodiche al fine di mantenere flessibilità e semplicità per gli Stati membri e le imprese.