Il Ministero dell’economia e delle finanze (MEF) ha pubblicato la Nota di Aggiornamento al Documento di Economia e Finanza 2022 (NADEF), approvata dal CDM e trasmessa al Parlamento.
Le previsioni economiche presentate in questa Nota di aggiornamento sono improntate, come per i precedenti documenti di programmazione, a un approccio prudenziale e sono state validate dall’Ufficio Parlamentare di Bilancio relativamente al biennio 2022-23.
Anche in un contesto difficile come quello attuale, evidenzia il MEF, esistono tuttavia margini perché tali previsioni siano superate.
I prossimi mesi saranno complessi, alla luce dei rischi geopolitici e del probabile permanere dei prezzi dell’energia su livelli elevati.
Le risorse a disposizione del Paese per rilanciare gli investimenti pubblici e promuovere quelli privati, sia in nuovi impianti sia in innovazione, non hanno tuttavia precedenti nella storia recente e potranno dar luogo a una crescita sostenibile ed elevata, così da porre termine alla lunga fase di sostanziale stagnazione dell’economia.
La previsione di aumento del PIL per quest’anno viene rivista al rialzo, al 3,3 per cento dal 3,1 dello scenario programmatico del Documento di Economia e Finanza, grazie alla crescita superiore al previsto registrata nel primo semestre e pur scontando una lieve flessione del PIL nella seconda metà dell’anno.
A subire gli effetti dell’indebolimento del ciclo internazionale ed europeo è, invece, la crescita prevista per il 2023, che scende allo 0,6 per cento dal 2,4 indicato nel DEF.
Le previsioni di crescita del PIL per il 2024 e il 2025 restano invariate rispetto al DEF, rispettivamente all’1,8 e all’1,5 per cento.
Queste previsioni non tengono ovviamente conto dell’azione di politica economica che potrà essere realizzata con la prossima legge di bilancio e con altre misure.
Concludendo, il MEF evidenzia come le tendenze di finanza pubblica presentate nel documento in oggetto siano complessivamente rassicuranti, sebbene il servizio del debito si faccia più pesante.
Va ricordato che nel 2024 rientrerà in vigore il Patto di stabilità e crescita – nella versione che scaturirà da una consultazione che la Commissione europea aprirà prossimamente sulla base di una sua proposta di riforma delle regole fiscali.