La Consob ha pubblicato il proprio Risk Outlook n. 11, documento di analisi dei trend del mercato finanziario italiano e dei principali paesi avanzati.
Come si legge nel comunicato stampa della Commissione, il Rapporto, che ha cadenza semestrale ed è basato su dati aggiornati a fine marzo 2016, evidenzia come, nella prima parte del 2016, i mercati azionari europei abbiano fatto registrare una significativa correzione al ribasso per effetto di numerosi fattori, quali la riduzione della redditività attesa del settore bancario, il propagarsi di turbolenze che hanno interessato i mercati di alcuni grandi paesi emergenti e la riduzione del prezzo del petrolio che ha avuto un effetto negativo sui conti di alcune grandi imprese operanti nel settore energetico.
Inoltre sono peggiorate le attese sulle prospettive future dei corsi azionari, è aumentata l’avversione al rischio e si sono deteriorate le condizioni di liquidità del sistema.
I moltiplicatori del settore bancario europeo si sono ridotti in misura significativa e vi sono evidenze di una sottovalutazione rispetto ai valori fondamentali.
Il mercato dei titoli di Stato ha fatto registrare un andamento positivo che si è trasmesso a quello delle obbligazioni corporate, dove le emissioni nette sono rimaste elevate sia in Europa che negli Usa e gli spread si mantengono su livelli contenuti per tutte le classi di rating. I dati di bilancio 2015 relativi alle maggiori imprese quotate europee mostrano una minore vulnerabilità della situazione reddituale e finanziaria e gli spread obbligazionari segnalano una qualità del credito mediamente superiore ai rating ufficiali.
I bilanci 2015 delle maggiore banche europee mostrano inoltre una crescita della redditività (con l’eccezione delle banche tedesche) e dei ricavi. Le principali banche italiane hanno fatto registrare un lieve aumento dei ricavi, nonostante la flessione del margine di interesse, con un rafforzamento dei requisiti patrimoniali.
A partire dall’avvio del quantitative easing le banche hanno venduto titoli di Stato domestici per importi significativi ma la loro esposizione al rischio sovrano non è diminuita rispetto a fine 2010. Rimane elevata la correlazione fra rischio bancario e rischio sovrano.
Per la prima volta dal 2009, si registra una flessione, sia pure di modesta entità, dei crediti deteriorati. Il rischio di credito delle banche italiane implicito nelle quotazioni dei credit default swap (cds) risulta così aumentato nella prima parte del 2016.