L’European Systemic Risk Board (“ESRB”) ha pubblicato il working paper series no. 146 sulle implicazioni dell’introduzione nell’area euro di una moneta digitale da parte della banca centrale (CBDC) come riserva di valore.
In particolare, gli autori del paper adottano quale punto di partenza dell’indagine gli assunti secondo cui (i) la maggior parte del denaro contante è posseduta a scopo di riserva di valore, (ii) tale possesso registra una crescita significativa in periodi di incertezza economica, (iii) una percentuale significativa delle persone, in aumento nel tempo, detiene il contante a scopo di riserva di valore.
Sulla base di tali presupposti, gli autori propongono un modello ispirato a Diamond e Dybvig, con il denaro pubblico come riserva di valore ed eterogenee convinzioni sulla stabilità bancaria, per indagare come l’adozione di una CBDC, quale tecnologia per il deposito di valore, influenzi sia strutturalmente che ciclicamente l’intermediazione bancaria e il welfare, modificando la scelta del portafoglio dei consumatori tra il denaro pubblico e quello privato.
Lo studio assume che, a certe condizioni, la CBDC possa ridurre il costo di deposito del denaro pubblico, inducendo al contempo ad una parziale disintermediazione bancaria.
In particolare, secondo il modello proposto, la CBDC riduce il costo di deposito del denaro pubblico, con la conseguenza che tutti i detentori di contante e alcuni depositanti sceglierebbero di passare alla CBDC, con la consequenziale riduzione dei depositi presso le banche.
L’analisi sull’impatto del CBDC illustra inoltre come la moneta digitale abbia conseguenze differenziate sul welfare della popolazione.
Mentre i detentori di contante traggono sempre vantaggi dalla conversione al CBDC, per gli altri consumatori i benefici dipendono dal grado effettivo di stabilità bancaria presente nel sistema, dalle percezioni soggettive su questa stabilità e dal grado di superiorità tecnologica del CBDC.
La CBDC migliorerebbe il welfare in modo strutturale in un’ampia gamma di casi e, a seconda della distribuzione delle convinzioni individuali, potrebbe attenuare gli effetti sul welfare generati da episodi di “flight-to-safety” in situazioni di incertezza economica.