Nel corso della giornata di ieri, presso il Ministero dell’economia e delle finanze (MEF), sono stati approfonditi i risultati del Rapporto BEI sugli investimenti 2022-2023 delle imprese italiane.
Presenti imprenditori, banchieri, economisti e partner del settore pubblico e privato, oltreché esponenti della Banca europea per gli investimenti (BEI) e del Ministero dell’Economia e delle Finanze a Roma per presentare i risultati del
I risultati raccolti mostrano come le imprese italiane hanno investito molto negli ultimi due anni, grazie anche al sostegno del settore pubblico.
L’obiettivo è stato quello di trasformare e rafforzare le loro posizioni per recuperare i ritardi connessi alla digitalizzazione ed alla transizione climatica.
Il rapporto BEI evidenzia come le imprese italiane siano uscite dalla crisi COVID in condizioni relativamente buone ed abbiano continuato a investire con forza nonostante lo shock economico della guerra in Ucraina, beneficiando in entrambi i casi del sostegno pubblico, compreso il piano nazionale di ripresa e resilienza.
Il contesto è diventato più difficile anche a causa dell’aumento dei tassi di interesse.
Sebbene il Rapporto della BEI mostri che le condizioni di accesso ai finanziamenti delle imprese italiane siano migliorate e non vi sia alcuna evidenza di divergenza (anche in termini di costi) con altri Paesi europei, l’aumento dei costi di finanziamento avrà inevitabilmente un impatto.
Le barriere agli investimenti sono spesso più alte per le imprese italiane rispetto alla media delle imprese europee.
Gelsomina Vigliotti, vicepresidente della BEI, ha sottolineato come “La ripresa degli investimenti in Italia, dopo la pandemia, è stata forte, ma rimane un grave gap strutturale. Il dinamismo delle imprese deve andare di pari passo con le riforme e le iniziative volte a promuovere l’innovazione e la produttività. Il pieno utilizzo delle risorse del piano nazionale di ripresa e resilienza e dei fondi strutturali è un motore di crescita fondamentale per l’economia italiana. Il Gruppo BEI continuerà a sostenere la ripresa degli investimenti e a promuovere la mobilitazione di capitali privati”.
L’altro elemento di complessità riguarda gli investimenti pubblici, che notoriamente hanno un effetto catalizzatore sugli investimenti privati, in particolare durante le fasi di recessione economica.
Gli investimenti pubblici si sono intensificati negli ultimi due anni e si prevede che questa spinta continui attraverso le risorse dei piani nazionali di ripresa e resilienza.
Debora Revoltella, capo economista della BEI, ha ricordato che “La politica economica dell’UE deve continuare a concentrarsi sul coordinamento delle azioni e sul sostegno agli investimenti pubblici, mentre la politica economica italiana deve garantire il massimo utilizzo dei fondi disponibili, migliorare la gestione degli interventi del settore pubblico e indirizzarli verso l’abbattimento degli ostacoli agli investimenti del settore privato”.