Banca d’Italia ha pubblicato il rapporto sulla stabilità finanziaria n. 1 del 2022.
Con lo scoppio del conflitto in Ucraina sono aumentati a livello globale l’incertezza sulle prospettive economiche e i rischi per la stabilità finanziaria.
In particolare, evidenzia Banca d’Italia:
- l’inflazione è in marcato rialzo nelle principali economie mondiali per i rincari dei prodotti energetici e di altre materie prime e per il permanere di strozzature nell’offerta;
- le banche centrali hanno avviato o accelerato il ritorno verso politiche monetarie meno accomodanti. La flessibilità dell’azione della BCE continuerà a essere un elemento caratterizzante della politica monetaria qualora i rischi per la sua trasmissione mettano a repentaglio il conseguimento della stabilità dei prezzi;
- i tassi di interesse a lungo termine hanno continuato a salire sia negli Stati Uniti sia nell’area dell’euro, in un contesto di alta volatilità;
- le forti oscillazioni dei prezzi delle materie prime hanno determinato un deciso ampliamento dei margini di garanzia sui derivati richiesti agli operatori e malfunzionamenti sui relativi mercati;
- i rischi per la stabilità finanziaria sono aumentati anche in Italia, sebbene rimangano contenuti rispetto a episodi di tensione del passato;
- dallo scorso novembre il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi si è ampliato;
- nel 2021 il reddito disponibile è aumentato e il clima di fiducia è migliorato, ma la guerra in Ucraina e la crescente inflazione condizionano negativamente le prospettive;
- la vulnerabilità finanziaria delle imprese è in aumento, nonostante il miglioramento ciclico del 2021;
- i differenziali tra i rendimenti delle obbligazioni e i tassi privi di rischio sono saliti, come nel resto dell’area;
- le banche italiane hanno rafforzato la propria posizione, ma gli effetti della guerra accrescono i rischi. Nel 2021 la qualità degli attivi del sistema bancario si è mantenuta mediamente buona, grazie alla ripresa economica e alle misure di sostegno a famiglie e imprese; la crescita dei prestiti a queste ultime ha riguardato le società più solide, soprattutto quelle di piccola dimensione;
- il tasso di deterioramento dei prestiti resta su livelli storicamente bassi; sono proseguite le cessioni di crediti deteriorati.;
- la redditività delle banche è migliorata, soprattutto per effetto del calo delle rettifiche di valore su crediti, e la patrimonializzazione è rimasta stabile;
- è cresciuto inoltre il rischio di attacchi informatici. Il contesto suggerisce prudenza e attenzione nella classificazione contabile e prudenziale dei prestiti, nelle politiche di accantonamento e in quelle di distribuzione.