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Regolazione del settore bancario e cooperazione internazionale: intervento di Sabine Lautenschläger, Vice-Presidente del Consiglio di Vigilanza della BCE

15 Marzo 2017
Di cosa si parla in questo articolo
BCE

È stata pubblicata sul sito internet della Banca Centrale Europea (BCE) la trascrizione dell’intervento di Sabine Lautenschläger, membro del Comitato Esecutivo e Vice-Presidente del Consiglio di Vigilanza della BCE, presso l’Institute of International and European Affairs di Dublino (la trascrizione completa è accessibile tramite i contenuti correlati).

Nel proprio intervento la Lautenschläger ha affrontato alcune macro-questioni riguardanti la regolazione del settore bancario. In particolare, è stato posto l’accento sui seguenti temi:

  • perché gli enti creditizi debbano essere sottoposti a regolazione;
  • principi di redazione delle norme applicabili agli enti creditizi;
  • non modificabilità di tali norme.

Quanto al primo punto, Sabine Lautenschläger ha evidenziato che nel mercato europeo le banche sono i principali intermediari di credito, sicché la maggior parte dei finanziamenti (intesi in senso lato) sono concessi dal sistema bancario, avendo il mercato a disposizione poche fonti alternative di approvvigionamento creditizio. Per tale ragione, unitamente al fatto che le crisi bancarie tendono ad avere impatti “sistemici” (ossia con riverberi che si estendono al di là delle entità giuridiche in difficoltà) con possibili danni per l’intera economia, al regolatore non è concesso lasciare margini di libertà troppo ampi a tali soggetti: per questo “it makes sense not to give [banks] absolute freedom, but to wall them off from the biggest risks”.

Le norme destinate agli enti creditizi, pertanto, hanno il primario compito di incentivare e spronare questa tipologia di intermediari a stimare correttamente gli utili e i rischi possibili, non solo nel breve periodo, ma anche e soprattutto nel medio-lungo e nel lungo periodo (“In a nutshell, that’s why banks need rules. That’s why the regulatory wall was put up in the first place. And following the financial crisis, we have repaired and modified it”).

Tuttavia, la Vice-Presidente sottolinea che molti operatori, intermediari e politici tendono a rigettare la presenza di questi presidi (walls), premendo per una sempre maggiore de-regolazione, nonostante le evidenze tratte dall’esperienza della recente crisi.

La regolazione, però, evidenzia Sabine Lautenschläger, porta l’incalcolabile beneficio della fiducia dei risparmiatori/investitori nel sistema bancario e finanziario, comportano vantaggi netti per gli enti creditizi superiori ai costi derivanti dalla regolazione di settore. Infatti: “Banks with a low level of capital and inadequate internal controls are viewed with suspicion: investors ask for higher risk premia and the banks thus face higher funding costs. Banks need people’s trust to do business, but as a result of the crisis they have lost a lot of trust. They should bear this in mind when complaining about regulation”.

Quanto al secondo profilo di analisi – relativo alla redazione delle norme in esame – la Vice-Presidente rimarca che “the job can only be finished at the global level”, infatti la regolazione non dovrebbe essere vista come un elemento di divisione fra nazioni, bensì come strumento di cooperazione internazionale fra regolatori e autorità di vigilanza, a beneficio di mercati e investimenti globali e non più contenuti nei confini politici nazionali.

A questo riguardo viene ricordato il fondamentale ruolo “unificatore” svolto dal Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria, che opera a livello sovranazionale da ormai 40 anni, nonché sul piano europeo dalle Istituzioni e dalle Autorità di vigilanza.

Passando al terzo tema affrontato nel proprio discorso, Sabine Lautenschläger ha manifestato l’esigenza di non prevedere regole non modificabili, ossia non in grado di essere adattate o emendate al fine di rispondere a un sistema economico, finanziario e di mercato in costante evoluzione: “To sum up: I am very much in favour of a strong regulatory wall, and I am convinced that it has to be global. I am also in favour of harmonised rules in Europe. Still, rules must not be carved in stone, of course”.

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