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Requisiti di margine per i derivati non compensati centralmente: l’analisi ISDA

10 Maggio 2022
Di cosa si parla in questo articolo

L’International Swap and Derivatives Association (ISDA) ha pubblicato un documento che analizza l’importo e il tipo di margine iniziale (IM) e margine di variazione (VM) registrati per i derivati non compensati centralmente.

L’indagine esamina anche la quantità di IM inviati da tutti i partecipanti al mercato alle principali controparti centrali (CCP) per le loro transazioni su derivati su tassi di interesse (IRD) e credit default swap (CDS).

In particolare, l’ISDA rileva come i 20 maggiori partecipanti al mercato abbiano raccolto 286 miliardi di dollari di IM per le loro transazioni in derivati non compensati alla fine del 2021.

Di questo importo, 203,5 miliardi di dollari sono stati raccolti dalle controparti nell’ambito dei requisiti IM.

Ulteriori $ 82,5 miliardi (importo indipendente, IA) sono stati raccolti dalle controparti e/o per operazioni che non rientrano nell’ambito delle regole del margine non compensato, comprese le transazioni legacy.

Oltre a IM e IA regolamentari, le aziende della fase uno hanno raccolto 936,5 miliardi di dollari di VM per le loro transazioni in derivati non compensati alla fine del 2021, inclusi 527,9 miliardi di dollari di VM regolamentari e 408,7 miliardi di dollari di VM discrezionali.

Il documento rileva inoltre che 323,4 miliardi di dollari di IM sono stati inviati da tutti i partecipanti al mercato alle principali controparti centrali per le loro transazioni IRD e CDS compensate alla fine del 2021.

L’indagine sui margini dell’ISDA valuta l’importo e il tipo di garanzia che viene depositata per le transazioni in derivati non compensati e compensati. •

Per i derivati non compensati, l’ISDA ha valutato l’operato di 20 aziende con le maggiori esposizioni in derivati. Queste aziende sono state soggette alla prima fase delle nuove normative sulla marginalizzazione per i derivati non compensati negli Stati Uniti, in Canada e in Giappone da settembre 2016 e in Europa da febbraio 2017 (note come aziende di fase uno).

L’ISDA ha valutato l’operato anche di aziende con una minor esposizione in derivati (aziende di fase due e tre) che erano soggette ai requisiti di IM rispettivamente da settembre 2017 e settembre 2018.

Sono state ricevute risposte da cinque delle sei entità della fase due e sette delle otto società della fase tre soggette alle regole sui margini.

Per i derivati compensati, l’indagine utilizza i dati sui margini disponibili al pubblico di due CCP statunitensi (CME e ICE Clear Credit), quattro CCP europee (Eurex Clearing, ICE Clear Europe, LCH Ltd e LCH SA) e due CCP asiatiche (Japan Securities Clearing Corporation (JSCC) e OTC Clearing Hong Kong Limited (OTC Clear)).

I dati raccolti riflettono solo IM per IRD e CDS.

Questi dati sono pubblicati dalle controparti centrali in base agli standard di disclosure stabiliti dal Committee on Payments and Market Infrastructures (CPMI) e dall’International Organization of Securities Commissions (IOSCO).

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