La Corte di Cassazione, decidendo in merito alla revoca del presidente del Consiglio di sorveglianza di una società a partecipazione pubblica ha escluso che possa essere giustificata la causa di revoca dell’amministratore «per motivi latamente politici», ovvero il cambio di maggioranza politica nel governo dell’ente pubblico socio.
La Corte ha parimenti ritenuto di accogliere l’ulteriore ratio decidendi espressa dal primo giudice, incentrata sulla necessaria esposizione e discussione in assemblea delle ragioni della revoca, dovendosi chiaramente esporre i gravi fatti contestati e le ragioni della scelta, non potendo costituire giusta causa le mere affermazioni di principio sulla mancanza di fiducia.
Infine, la Suprema Corte pare accogliere una interpretazione equitativa del risarcimento, discostandosi dal criterio del c.d. periodo differenziale (liquidazione dei compensi ancora da percepire), stabilendo un risarcimento inferiore a quanto richiesto “in quanto lo stesso avrebbe beneficiato della possibilità di trovare altri incarichi sostitutivi”.