La Banca d’Italia ha posto in pubblica consultazione le disposizioni di attuazione della riforma delle banche di credito cooperativo approvata dal Parlamento nell’aprile scorso e di cui al decreto-legge 14 febbraio 2016, n. 18, convertito con legge 8 aprile 2016, n. 49.
La riforma attribuisce alla Banca d’Italia il compito di emanare norme di attuazione sui seguenti aspetti: i requisiti minimi organizzativi e operativi della capogruppo; il contenuto minimo del contratto di coesione; le caratteristiche della garanzia in solido; il procedimento per la costituzione del gruppo e l’adesione allo stesso; i requisiti specifici dei c.d. “gruppi provinciali”, ovvero i gruppi bancari fra BCC aventi sede e operanti esclusivamente in una provincia autonoma (Trento o Bolzano) e facenti capo a una capogruppo dotata di specifici requisiti.
L’obiettivo delle disposizioni in consultazione, evidenzia Banca d’Italia, è quello di consentire la creazione di gruppi bancari caratterizzati da unità di direzione strategica e operativa, integrazione della governance e coesione patrimoniale, e perciò capaci di rispettare le regole prudenziali europee, di soddisfare gli standard di supervisione del Meccanismo di Vigilanza Unico e di risolvere autonomamente eventuali difficoltà di singole banche del gruppo. Al contempo, la disciplina proposta è rispettosa delle finalità mutualistiche delle BCC e dà attuazione al principio di proporzionalità dei poteri della capogruppo rispetto alla rischiosità delle banche affiliate, in conformità a quanto previsto dalle nuove norme del TUB.