Pubblicato il parere del Consiglio di Stato n. 832 del 13 maggio 2022 relativo allo schema di decreto legislativo recante la riforma del Codice della crisi di impresa e dell’insolvenza.
Il decreto correttivo del Codice della Crisi attua, nel sistema italiano, la direttiva 2019/1023/UE, del 20 giugno 2019, riguardante i quadri di ristrutturazione preventiva, l’esdebitazione e le interdizioni, e le misure volte ad aumentare l’efficacia delle procedure di ristrutturazione, insolvenza ed esdebitazione (direttiva sulla ristrutturazione e sull’insolvenza – Direttiva Insolvency).
La riforma del codice della crisi rappresenta uno tra gli interventi prioritari nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), volto a potenziare i meccanismi di allerta, completare la digitalizzazione delle procedure e specializzare gli organi delle procedure concorsuali.
Per quanto riguarda le scelte di merito, positivo per il Consiglio di Stato il rafforzamento delle procedure di allerta e l’introduzione dell’istituto della composizione negoziata.
Evidenziata la necessità di una formazione specifica, non solo per i nuovi esperti della composizione negoziata, ma anche per magistrati ed imprenditori, nonché di un maggior coordinamento con i quadri di ristrutturazione preventiva e con gli altri strumenti di gestione della crisi già previsti o introdotti con le presenti modifiche.
Sul punto, il Consiglio di Stato evidenzia l’accrescersi di strumenti per la gestione della crisi ed il conseguente rischio di sovrapposizioni e incertezze nel loro coordinamento.
Negativo invece il giudizio del Consiglio di stato sul nuovo istituto del “piano di ristrutturazione soggetto a omologazione” (qui commentato nell’articolo del Prof. Sido Bonfatti), in luogo della semplice modifica, in attuazione della Direttiva Insolvency, del procedimento unitario, degli accordi di ristrutturazione dei debiti e del concordato preventivo in continuità aziendale (oltre che del concordato minore).