Il 10 marzo scorso Banca d’Italia ha pubblicato lo Studio n. 914 sugli effetti della riforma della geografia giudiziaria, attuata tra il 2013 e il 2014, rispetto al funzionamento della giustizia civile.
La riforma della geografia giudiziaria, finalizzata ad aumentare la produttività degli uffici giudiziari grazie alla possibilità di sfruttare economie di scala e di specializzazione dei giudici, ha imposto la chiusura di tribunali e sezioni distaccate e l’accorpamento delle loro attività nei tribunali rimanenti, i quali hanno aumentato in modo significativo le proprie dimensioni.
Ciò ha comportato una serie di conseguenze rilevanti, oggetto del presente studio da parte di Banca d’Italia.
L’Istituto ha ricostruito una serie storica omogenea dei procedimenti definiti, iscritti e pendenti, suddivisi per tribunale e materia, avvalendosi di un metodo specifico che si basa sul modello delle differenze nelle differenze.
In particolare, Banca d’Italia, distingue i procedimenti in due gruppi: da un lato i “Trattati”, ossia quelli interessati dalla riforma della geografia giudiziaria e, dall’altro lato, i “Controlli” non coinvolti dalla modifica normativa.
L’analisi ha esaminato l’andamento della variabile di interesse nei due gruppi prima e dopo l’entrata in vigore della riforma, consentendo di valutarne le principali conseguenze.
Attraverso questa metodologia, Banca d’Italia ha misurato l’impatto della riforma della geografia giudiziaria sull’efficienza del sistema, offrendo indicazioni sulla scala ottimale per l’erogazione del servizio pubblico della giustizia.
La definizione di una dimensione adeguata per l’organizzazione degli uffici giudiziari è un aspetto cruciale per garantire un sistema equo ed efficiente, in quanto incide direttamente sia sull’accesso alla giustizia per i cittadini sia sulla funzionalità complessiva dei tribunali.
In questo contesto, i risultati dell’analisi indicano che i benefici derivanti dalla riorganizzazione superano i costi, evidenziando un miglioramento complessivo dell’efficienza del sistema.
Da un lato, infatti, la riforma della geografia giudiziaria ha determinato la riduzione del numero di nuove cause, seppur presumibilmente a causa dell’aumento dei costi legati alla maggiore distanza dai tribunali. Tale effetto si è concentrato nelle materie in cui la decisione di avviare un procedimento è maggiormente discrezionale, come la responsabilità extracontrattuale.
Dall’altro lato, ha incrementato la capacità di definizione dei procedimenti e ridotto la loro durata, con effetti positivi particolarmente evidenti nelle materie più complesse e nei tribunali che, prima della riforma, presentavano livelli di efficienza inferiori.