Il Consiglio ed il Parlamento europeo hanno raggiunto un accordo politico provvisorio sulla proposta di riforma del quadro di governance economica dell’UE, presentata dalla Commissione il 26 aprile 2023 (c.d. riforma del patto di stabilità).
In particolare, la Commissione aveva presentato un pacchetto contenente tre proposte legislative:
- un Regolamento volto ad abrogare il Regolamento (CE) 1466/97 del Consiglio relativo al coordinamento delle politiche economiche degli Stati membri e alla sorveglianza sui bilancio (cd. braccio preventivo)
- un Regolamento volto a modificare il Regolamento (CE) 1467/97 del Consiglio, relativo all’accelerazione e chiarimento delle modalità di attuazione della procedura per i disavanzi eccessivi (cd. braccio correttivo)
- una Direttiva di modifica della Direttiva 2011/85/UE del Consiglio, relativa ai requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri
L’obiettivo principale della riforma del patto di stabilità è garantire finanze pubbliche sane e sostenibili, promuovendo al contempo una crescita sostenibile e inclusiva in tutti gli Stati membri attraverso riforme e investimenti.
Questi i punti essenziali dell’accordo raggiunto sulla proposta di riforma del patto di stabilità:
- ridurre i rapporti debito/PIL e i disavanzi in modo graduale, realistico, sostenuto e favorevole alla crescita, proteggendo al contempo le riforme e gli investimenti in settori strategici come il digitale, l’ecologia, il sociale o la difesa.
- fornire uno spazio adeguato per le politiche anticicliche e per affrontare gli squilibri macroeconomici
- obbligare gli Stati membri a presentare piani strutturali di bilancio nazionali a medio termine
- fornire indicazioni alla Commissione per la presentazione di una reference trajectory (“traiettoria di riferimento”, precedentemente denominata “traiettoria tecnica”), per gli Stati membri il cui il debito pubblico supera il 60% del PIL o in cui il deficit pubblico supera il 3% del PIL.
La c.d. “traiettoria di riferimento”, più nel dettaglio:
- prevederà un pre-dialogo facoltativo e fattuale tra gli Stati membri e la Commissione
- indicherà le modalità con cui gli Stati membri potranno garantire che, alla fine di un periodo di aggiustamento fiscale di quattro anni, il debito pubblico possa tornare in una traiettoria plausibilmente discendente o rimanere a livelli prudenti nel medio termine; in particolare:
- gli Stati membri potranno chiedere un’estensione del periodo di aggiustamento fiscale di quattro anni sino ad un massimo di sette anni, se realizzano determinate riforme e investimenti che migliorano la resilienza e il potenziale di crescita, sostengono la sostenibilità fiscale e affrontano le priorità comuni dell’UE (che includono il raggiungimento di una transizione equa, verde e digitale, la garanzia della sicurezza energetica, il rafforzamento della resilienza sociale ed economica e, ove necessario, lo sviluppo delle capacità di difesa)
- su richiesta di uno Stato membro, il Consiglio può concedere il permesso di discostarsi dal percorso di spesa in caso di circostanze eccezionali al di fuori del loro controllo che portano a un impatto importante sulle sue finanze pubbliche (la proroga minima è di un anno, ma può essere estesa, anche più di una volta, se tali circostanze eccezionali persistono)
- dovrà salvaguardare:
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- la sostenibilità del debito, per garantire una riduzione dei livelli di debito
- la resilienza del disavanzo, per fornire un margine di sicurezza al di sotto del valore di riferimento del disavanzo del 3% del PIL previsto dal Trattato, al fine di creare riserve di bilancio.
L’accordo politico provvisorio sul Regolamento abrogativo del Regolamento relativo al quadro di governance economica (c.d. braccio preventivo) dovrà essere approvato dal Consiglio in seno al comitato dei rappresentanti permanenti e della commissione per gli affari economici del Parlamento, prima di passare al voto formale sia del Consiglio che del Parlamento.
Una volta adottato, il testo verrà pubblicato nella Gazzetta ufficiale dell’UE ed entrerà in vigore il giorno successivo.
Il Regolamento sul c.d. braccio correttivo invece, e la Direttiva sui requisiti per i quadri di bilancio degli Stati membri, richiedono ancora la consultazione con il Parlamento europeo.
L’obiettivo sarà quello di adottare tutti i testi normativi, in Consiglio, contemporaneamente.