Il Presidente del Consiglio di vigilanza della BCE, Andrea Enria, è intervenuto presso la Commissione Finanze e Tesoro del Senato della Repubblica italiana per uno scambio di opinioni sul rischio di credito e sul possibile incremento dei crediti deteriorati a seguito dello shock causato dalla pandemia.
In particolare, evidenzia Enria, le principali aree di attenzione sono la classificazione dei prestiti – specie l’incremento significativo del rischio di credito (“stage 2” dell’IFRS 9) –, la corretta individuazione delle misure di concessione (forbearance) e la valutazione tempestiva e adeguata della probabilità di inadempienza dei debitori.
Le banche devono rilevare in modo accurato il rischio di credito nei bilanci e nelle segnalazioni prudenziali. Dovrebbero dotarsi di procedure adeguate per valutare quanto sia probabile che i debitori divengano inadempienti, in modo da non fondare la classificazione degli NPL solo sui giorni di arretrato.
Intervenire in modo proattivo per sanare le carenze nelle prassi di gestione del rischio di credito dovrebbe di fatto attenuare dinamiche procicliche, contribuendo a mitigare l’accumulo di sofferenze e a promuovere un’offerta più stabile del credito nel corso del ciclo economico.
Inoltre, sottolinea Enria, le moratorie e le garanzie sui prestiti decise in risposta allo shock pandemico hanno ridato fiato sia ai debitori che alle banche e sono riuscite a evitare un andamento troppo prociclico dell’offerta del credito
Tuttavia, tali hanno reso più arduo individuare gli eventi di rischio di credito, non solo per le banche ma anche per le autorità di vigilanza, gli investitori, gli analisti e i mercati in generale, rendendo in parte più opachi i bilanci.