La BCE ha pubblicato delle buone pratiche per la gestione del rischio di liquidità infragiornaliera, indirizzate a tutti gli intermediari finanziari.
In seguito a una serie di recenti eventi di stress finanziario, in particolare le turbolenze di mercato del 2023 che hanno avuto come apice il fallimento del Credit Suisse, e alla luce dei rapidi cambiamenti tecnologici con innovazioni quali i pagamenti istantanei 24 ore su 24, 7 giorni su 7, e cicli di regolamento più brevi, la BCE ha intrapreso una revisione tematica sulla liquidità infragiornaliera e ha identificato diverse pratiche corrette specificamente per la gestione del rischio di liquidità infragiornaliera.
Queste si basano sugli standard internazionali esistenti, in particolare i Principi del CBVB per una sana gestione e vigilanza del rischio di liquidità (CBVB 144, il cui principio 8 si concentra specificamente sul rischio di liquidità infragiornaliera), gli strumenti di monitoraggio del CBVB per la gestione della liquidità infragiornaliera (CBVB 248), le Linee guida dell’EBA sulle informazioni ILAAP raccolte ai fini dello SREP e la Guida della BCE all’ILAAP.
Le buone prassi per la gestione del rischio di liquidità infragiornaliera stabiliscono un insieme di pratiche che la BCE considera importanti: si basano in larga misura su pratiche comuni (denominate “pratiche chiave”) osservate tra le istituzioni oggetto dell’esame tematico della BCE; le buone prassi (denominate “esempi di buone prassi”) sono prassi più avanzate osservate presso le singole istituzioni.
Mentre le pratiche chiave possono essere considerate fondamentali; gli “esempi di buone pratiche” sono invece da intendersi quali obbiettivi di miglioramento.
Le pratiche forniscono agli istituti interessati un punto di riferimento per la progettazione della propria gestione del rischio di liquidità infragiornaliera, nonché un punto di partenza per le autorità di vigilanza quando si confrontano con gli istituti.
L’art. 86 della Direttiva sui requisiti patrimoniali (CRD) impone agli istituti di dotarsi di strategie, politiche, processi e sistemi solidi (ossia di un quadro di riferimento) per l’identificazione, la misurazione, la gestione e il monitoraggio del rischio di liquidità su un insieme appropriato di orizzonti temporali, compreso quello infragiornaliero, in modo da assicurare che gli istituti mantengano livelli adeguati di riserve di liquidità.
Il quadro di riferimento deve essere adattato alle linee di business, alle valute, alle filiali e alle entità legali e deve includere un adeguato meccanismo di allocazione dei costi, dei benefici e dei rischi di liquidità.
L’attuazione delle buone prassi da parte di un istituto deve essere adattata alla sua situazione specifica e riflettere il principio di proporzionalità.
La gestione della liquidità in tutte le valute, senza escludere quelle non rilevanti, è di particolare importanza quando si considera la liquidità infragiornaliera.
Quando le prassi corrette si riferiscono a uno o più istituti, questi termini possono essere applicati a livello di gruppo, ossia comprendendo le azioni svolte dalle funzioni della sede centrale, o di singola entità, come una filiale, una controllata o un’unità operativa con i propri processi di pagamento o regolamento.
In tutti i casi, occorre tenere conto degli impedimenti al trasferimento di liquidità tra soggetti giuridici a livello globale.
