Paolo Angelini, Vice Direttore Generale di Banca d’Italia, è intervenuto l’8 novembre 2024 al Convegno Unidroit – Roma TRE, incentrato sul rischio legale derivante dai cambiamenti climatici e da altre controversie legate all’ambiente, con un intervento dal titolo “Le molteplici sfumature del cambiamento climatico attraverso le lenti della risoluzione delle controversie“.
Il Vice Direttore Generale ricorda preliminarmente che le cause legali legate al clima stanno crescendo in tutto il mondo: da una dozzina di casi nel 2004 siamo di recente arrivati a circa 250.
Queste cause sono intentate contro le imprese e, in maggioranza, contro i governi, con obiettivi e caratteristiche diversi.
In generale, le azioni contro le imprese cercano di spingere le aziende a essere più trasparenti sul loro impatto climatico e ad allinearsi agli obiettivi internazionali di riduzione delle emissioni.
Le cause contro i governi fanno spesso leva invece sul mancato rispetto degli impegni internazionali sul clima.
Un certo numero di controversie scaturisce anche da reazioni alle politiche di lotta ai cambiamenti climatici: ad esempio, in alcuni casi si tratta di investitori che citano in giudizio i governi o le società per i danni derivanti dalle politiche climatiche adottate per rispettare l’accordo di Parigi del 2015; in altri, organizzazioni non governative e attivisti, che promuovono mozioni ambiziose sul clima in assemblea, sono stati citati in giudizio dall’azienda.
Il Vice Direttore Generale ricorda quindi che la legislazione volta a proteggere il pianeta e le generazioni future dal cambiamento climatico è indispensabile per spingere le aziende a cambiare i loro comportamenti.
I governi e gli organi legislativi devono tuttavia essere consapevoli dei possibili effetti indesiderati delle loro politiche e regolamentazioni: uno di questi effetti potrebbe essere proprio un eccesso di contenzioso, ed un aumento eccessivo dell’onere per il sistema giudiziario non andrebbe a vantaggio della causa climatica.