Banca d’Italia ha comunicato il valore da applicare per il coefficiente della riserva di capitale anticiclica (countercyclical capital buffer, CCyB) per il terzo trimestre 2022.
Il coefficiente della riserva di capitale anticiclica resta invariato allo zero per cento.
Sul punto, evidenzia Banca d’Italia, nel corso dei primi tre mesi del 2022, il rapporto tra credito e PIL è diminuito ed è risultato negativo per 7 punti percentuali.
La situazione macro-finanziaria italiana è rimasta fondamentalmente invariata, è cresciuto il credito fornito dalle banche alle famiglie italiane, legato, in particolare, all’andamento dei mutui, a cui si abbina un aumento dei finanziamenti bancari alle società non finanziarie meno ampio.
L’incidenza degli NPL si è mantenuta stabile, con livelli storici bassi, sia per il credito alle imprese sia per il credito alle famiglie; il tasso di disoccupazione, presenta una leggera diminuzione per la diminuzione delle persone in cerca di lavoro in ragione dell’aumento degli occupati, viene confermato al di sotto del livello antecedente la crisi sanitaria; i prezzi degli immobili ad uso abitativo sono rimasti di fatto invariati.
Le norme europee individuano nel rapporto tra credito e PIL il primo indicatore di riferimento per la determinazione del coefficiente della riserva di capitale anticiclica.
Questo indicatore individua una misura del ciclo creditizio fondata sullo scostamento del rapporto tra credito totale al settore privato e PIL dal trend di lungo periodo, quantificato mediante la metodologia standard suggerita dal Comitato di Basilea per la vigilanza bancaria.
Il Comitato europeo per il rischio sistemico (European Systemic Risk Board, ESRB), mediante la propria racrcomandazione del 18 giugno 2014 (ESRB/2014/1), ha previsto la possibilità per le autorità nazionali competenti dell’UE di utilizzare misure del credit-to-GDP gap differenti dallo standard sopraindicato nel caso in cui quest’ultimo non rifletta nel modo più idoneo le peculiarità del ciclo finanziario nazionale.
Banca d’Italia ha pertanto approntato delle correzioni prendendo in considerazione la serie storica per perfezionare la stima dello stato del ciclo creditizio, riducendo in modo significativo la volatilità stimata del ciclo creditizio.