La BCE non è tenuta a risarcire i danni asseritamente subiti nel 2012 dalle banche commerciali detentrici di titoli di stato greci nell’ambito della ristrutturazione del debito greco.
Questo il principio espresso dal Tribunale dell’Unione europea con sentenza del 24 gennaio 2017, causa T-749/15, secondo quanto riportato nel comunicato stampa diffuso dallo stesso Tribunale, in attesa della pubblicazione del testo provvedimento ufficiale (allo stato disponibile solo in lingua francese, che si pubblica in allegato).
Il principio, si baserebbe: da un lato, sul presupposto che le banche commerciali non possono avvalersi del principio di tutela del legittimo affidamento né del principio della certezza del diritto in un settore, come quello della politica monetaria, il cui oggetto comporta un costante adeguamento in funzione delle variazioni della situazione economica; dall'altro, che il principio generale della parità di trattamento non può trovare applicazione nel caso di specie, poiché le banche commerciali che hanno acquistato titoli di Stato greci, da un lato, e la BCE e le BCN, dall’altro, non si trovavano in situazioni paragonabili: infatti, procedendo all’acquisto di titoli di Stato greci, la BCE e le banche centrali nazionali, avendo queste ultie agito nell’esercizio dei loro compiti fondamentali, con l’obiettivo del mantenimento della stabilità dei prezzi e della corretta gestione della politica monetaria.