Con la pronuncia in oggetto, la Corte di Cassazione ha stabilito che ai fini dell’accoglimento dell’azione di responsabilità degli amministratori per la rappresentazione non veritiera, o comunque non chiara, della situazione patrimoniale e del conto economico contenuta nei bilanci, in una cessione di azioni, non è necessaria la prova del compimento da parte degli amministratori di attività decettive nei confronti del terzo acquirente.
Tuttavia, la Suprema Corte, ribadendo quanto aveva già espresso con la pronuncia n. 13766 del 12 giugno 2007, ha affermato che l’acquirente ha l’onere di allegare e dimostrare il danno subito e, cioè, che “per effetto della rappresentazione illegittima della situazione patrimoniale ed economica contenuta nel bilancio, egli abbia acquistato le azioni di quella società”.