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Semplificazione normativa: non deregolamentazione, ma chiarezza

20 Marzo 2025
Di cosa si parla in questo articolo

Banca d’Italia ha pubblicato la lettera congiunta inviata alla Commissaria europea Maria Luís Albuquerque, da parte di Banca d’Italia stessa, Deutsche Bundesbank, Banco de España e Banque de France, sulla semplificazione normativa del settore finanziario UE.

Nella lettera, del cui contenuto è stata informata altresì la BCE, le quattro banche nazionali UE accolgono con favore l’ampio consenso intorno al tema della semplificazione normativa, e gli obbiettivi in tal senso che si è posta la Commissione UE.

Tuttavia, ricordano che la semplificazione non è e non deve essere una deregolamentazione, perché un sistema finanziario solido è un un prerequisito per un’Unione europea competitiva.

Dopo la crisi globale del 2007-2009, sono infatti state intraprese azioni significative per rafforzare la regolamentazione del settore finanziario a livello internazionale, come l’aumento dei requisiti patrimoniali e di liquidità, che ha permesso al settore bancario europeo di resistere alle successive tensioni degli ultimi anni.

La priorità rimane l’attuazione del pacchetto finale di Basilea III in tutte le giurisdizioni, come nell’UE, con l’entrata in vigore del CRR 3 nel gennaio 2025: pertanto, il progetto “Omnibus dovrebbe giustamente concentrarsi sulle direttive sulla finanza sostenibile, piuttosto che sulle direttive CRD e CRR.

Parallelamente a questo processo, per le Banche nazionali firmatarie è necessario fare un passo indietro, e assicurarsi che la complessità della stratificazione di normative in Europa non costituisca un ostacolo al raggiungimento dei nostri obiettivi: la stabilità finanziaria richiede un quadro normativo chiaro, prevedibile e proporzionato, e azioni risolute e ragionate per snellire le normative.

A tal proposito, ritengono una priorità lo sviluppo di una valutazione “olistica” delle norme che si applicano alle banche europee: dovrebbe quindi essere condotta un’analisi completa delle implicazioni di tutti gli standard prodotti in Europa, compresi gli standard di livello 2 e 3, per garantire che non aggiungano in modo cumulativo strati di regole e aspettative non volute, oltre a quanto previsto nell’accordo politico per quanto riguarda il testo di livello 1.

Questa valutazione approfondita, che deve comprendere i quadri microprudenziali, macroprudenziali e di risoluzione, potrebbe anche valutare la proliferazione di progetti normativi aggiuntivi che potrebbero impedire la stabilizzazione, la prevedibilità e quindi la semplificazione del quadro normativo complessivo dell’UE.

Identificando aree in cui il quadro normativo europeo è eccessivamente complesso e può creare distorsioni competitive a livello internazionale, senza alcun beneficio significativo per la stabilità finanziaria, questa analisi potrebbe anche contribuire a garantire condizioni di parità con le altre principali giurisdizioni.

Data l’ampia portata della valutazione e le sue potenziali implicazioni legislative, le anche nazionali firmatarie suggeriscono che tale lavoro possa essere svolto sotto l‘egida della Commissione europea e che coinvolga tutte le autorità di vigilanza e di regolamentazione europee e le autorità nazionali.

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