Con sentenza dell’11 gennaio 2012 il Tribunale di Milano ha pronunciato una maxi condanna di complessivi euro 6.500.000,00 per lite temeraria ex art. 96 cpc nell’ambito del procedimento relativo all’acquisito del controllo della società Rizzoli Editore, avvenuto nel 1984.
Nel farlo, il Tribunale ha evidenziato la riproposizione da parte dell’attore, sotto una diversa ma inconsistente veste giuridica, di doglianze già esaminate e motivatamente ritenute infondate in un precedente giudizio di responsabilità.
Nel caso analizzato il Tribunale ha ritenuto equo commisurare, almeno simbolicamente, l’importo da corrispondere in ragione della rilevata temerarietà della lite intentata, all’entità dell’ingiusto profitto che l’attore intendeva ricavare dal giudizio.
Tale importo, è stato dal Tribunale identificato nella (“pur minima”) misura complessiva dell’1% della domanda proposta dall’attore nei confronti di tutti i convenuti in solido tra loro, che, nel caso di specie, con riferimento alla misura minima della richiesta di parte (euro 650 mln di euro), è risultato essere pari ad euro 1.300.000,00 in favore di ciascuno convenuto.