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Servizi di pagamento: sempre più alto l’interesse da parte dei concessionari del gioco pubblico

28 Settembre 2011

Nel corso del convegno tenutosi a Roma il 27 settembre scorso dal titolo “A carte scoperte: flussi tra denaro e gaming”, la Banca d’Italia, nella persona del Capo del Servizio Supervisione Intermediari Specializzati, dott. Corrado Baldinelli, ha analizzato il crescente interesse da parte degli operatori del settore del gioco pubblico per gli intermediari vigilati che prestano servizi di pagamento.

Si tratta in particolare degli Istituti di moneta elettronica (IMEL) e degli Istituti di pagamento (IP), appartenenti a primari gruppi attivi nel gaming.

L’interesse dei concessionari del gioco nei confronti dei servizi di pagamento sarebbe ispirato a due fattori:

a) la recente e rapida espansione del comparto dei giochi a distanza (online), che necessita di strumenti di pagamento flessibili e rapidi, qual è la moneta “elettronica”, per effettuare le giocate e incassare le relative vincite;

b) le sinergie derivanti da un utilizzo intensivo della capillare rete distributiva dei concessionari del gioco per la prestazione di servizi commerciali e di pagamento collaterali (ad esempio, vendita di ricariche telefoniche e di gioco, distribuzione e ricarica di moneta elettronica, pagamenti vari).

Secondo la Banca d’Italia, tali intermediari, oltre ai rischi tipici dell’attività propria, sono soggetti ad una serie di rischi indiretti “importati” dal comparto dei giochi, fra cui: un rischio "strategico" e di "governance", dovuto alla presenza dei fondi di private equity nell’azionariato dei concessionari; un rischio "reputazionale", legato al possibile impiego delle piattaforme di gioco a fini di riciclaggio; un rischio di “mercato”, relativamente al segmento del betting; infine un rischio "operativo", essenzialmente derivante dall’elevato contenuto tecnologico dell’attività e dai sistemi sofisticati di gestione nonché dall’impiego di una rete distributiva assai capillare in parte sovrapposta a quella di cui si servono gli stessi intermediari di pagamento.

Obiettivo dichiarato dalla Banca d’Italia è quello di evitare che, all’interno dell’industria del gaming, possano svilupparsi sacche di opacità e illegalità che contagino, tra l’altro, aree dell’intermediazione finanziaria.


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