L’ANAC e il Consiglio nazionale del notariato (CNN) hanno approvato un protocollo d’intesa con l’obiettivo di diffondere un vademecum condiviso per le società in house: l’intenzione è quella di coadiuvare i notai quando si trovano di fronte alla predisposizione degli statuti o di altri atti che disciplinano le società in house.
Le società in house sono un modello di impresa pubblica e agiscono come una longa manus dell’amministrazione, un’estensione tramite cui essa produce beni e servizi pubblici.
Tra le informazioni presenti nel Vademecum si segnalano una serie di requisiti tipici delle società in house:
- una delle clausole che deve essere presente nello statuto di una società in-house è quella che stabilisce che oltre l’ottanta per cento del fatturato deve essere prodotto nello svolgimento dei compiti a esse affidati dall’ente pubblico o dagli enti pubblici soci;
- altro requisito fondamentale è che il capitale pubblico dell’organismo affidatario in house, detenuto sia direttamente che indirettamente, non potrà mai essere inferiore al 100% del capitale sociale per tutta la durata della Società.
Nel vademecum vengono anche delineate le linee operative per l’esercizio del “controllo analogo” a quello esercitato sui propri servizi da parte delle amministrazioni aggiudicatrici.
Tra le ipotesi di controllo analogo:
- il controllo sugli statuti;
- sul piano industriale, di sviluppo, di investimenti;
- sul piano occupazionale;
- sul budget economico e finanziario;
- il controllo orientato ad indirizzare l’attività della società in house verso il perseguimento dell’interesse pubblico;
- il controllo sulla gestione e sui risultati intermedi;
- l’esercizio di poteri ispettivi.