Con la pronuncia in oggetto la Corte di Giustizia dell’Unione europea si è pronunciata in merito all’incompatibilità con il diritto dell’Unione di taluni aspetti dell’obbligo per i soggetti fiscalmente residenti in Spagna di dichiarare i beni o i diritti situati all’estero mediante un modulo denominato «Modello 720».
In forza della normativa nazionale di cui trattasi, i residenti in Spagna che omettono di dichiarare o che dichiarano in modo inesatto o tardivo i beni e i diritti da essi detenuti all’estero sono esposti alla rettifica dell’imposta dovuta sulle somme corrispondenti al valore di tali beni o di tali diritti, anche qualora questi ultimi siano stati acquistati nel corso di un periodo di imposta già prescritto, nonché all’irrogazione di una sanzione proporzionale e di sanzioni forfettarie specifiche.
Nella sua sentenza odierna, la Corte dichiara che la Spagna è venuta meno agli obblighi ad essa incombenti in forza del principio della libera circolazione dei capitali.
L’obbligo di presentazione del «Modello 720» e le sanzioni collegate all’inosservanza o all’adempimento inesatto o tardivo di tale obbligo, che non hanno equivalenti per quanto riguarda i beni o i diritti situati in Spagna, istituiscono infatti una disparità di trattamento tra i residenti in Spagna a seconda del luogo in cui si trovino i loro attivi. Poiché tale obbligo è idoneo a dissuadere, impedire o limitare le possibilità dei residenti di tale Stato membro di investire in altri Stati membri, esso costituisce una restrizione alla libertà di circolazione dei capitali.