Nell’ipotesi della manomissione di una macchina ATM da parte di un terzo con l’effetto della sottrazione ad altri della carta bancomat (e captazione del relativo PIN), la misura della diligenza della banca nell’adempimento delle obbligazioni su di essa gravanti deve essere commisurata alla natura dell’attività, e in particolare alla specificità dell’obbligo di custodia di uno strumento esposto al pubblico avente per oggetto l’erogazione di danaro.
Nel caso di specie, il bancomat aveva «mangiato» la carta al cliente; il quale si era immediatamente rivolto agli sportellisti, dai quali era stato rassicurato circa il fatto che avrebbe potuto certamente recuperare la carta, il giorno successivo. Tuttavia, il terzo che aveva manomesso l’ATM era riuscito – prima della mattina successiva – a recuperare la tessera e codici, che aveva poi utilizzato per dei pagamenti.