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Giurisprudenza

Sull’accertamento dell’abuso di informazioni privilegiate

11 Marzo 2024

Michele Greggio, Dottorando di ricerca in Giurisprudenza, Università degli Studi di Padova

Cassazione Civile, Sez. II, 27 novembre 2023, n. 32829 – Pres. Carrato, Rel. Caponi

Di cosa si parla in questo articolo

Con ordinanza n. 32829 del 27 novembre 2023 la Corte di Cassazione (Pres. Carrato, Rel. Caponi) si è pronunciata sulle modalità di accertamento, da parte del giudice di merito, degli elementi costitutivi della fattispecie di abuso di informazioni privilegiate.

In particolare, la Suprema Corte ha statuito che il giudice chiamato ad accertare la legittimità delle sanzioni irrogate dalla Consob deve fondare la propria decisione su un ragionamento analitico e sintetico: in primo luogo, il giudice deve valutare se gli elementi presuntivi raccolti siano gravi e precisi ex art. 2729 c.c.; in secondo luogo, deve valutare complessivamente se tutti i fatti precedentemente selezionati siano concordanti ex art. 2729 c.c. «cioè se gli stessi, in forza del loro combinarsi e intrecciarsi in un quadro d’insieme, possano fornire una convincente prova per presunzioni».

Nel caso in esame, Consob ricorreva contro la sentenza della Corte d’Appello di Brescia con cui era stata accolta l’opposizione a sanzione amministrativa per abuso di informazioni privilegiate sulla base del convincimento per cui gli esiti dell’accertamento compiuto dall’Autorità di vigilanza si sarebbero fondati su una mera catena di presunzioni, catena vietata in forza del principio praesumptum de praesumpto non admittitur.

Con l’ordinanza in commento la Suprema Corte ha cassato la sentenza della Corte d’Appello di Brescia precisando che il divieto di presunzioni a catena non ha basi di diritto positivo «cosicché nulla impedisce che il fatto noto, accertato in via presuntiva, possa costituire la premessa di un’ulteriore presunzione idonea a fondare l’accertamento del fatto ignoto».

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