Il Governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco è intervenuto alla XIII Conferenza annuale Banca d’Italia – Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale (MAECI) su “Transizione energetica, finanza e clima: sfide e opportunità”.
In particolare, nel corso del suo intervento, Visco si è concentrato sulle seguenti tematiche:
- la sfida della transizione energetica;
- la lotta ai cambiamenti climatici;
- le ambizioni europee;
- il ruolo della finanza;
In conclusione, Visco ha sottolineato come la responsabilità primaria nell’affrontare il cambiamento climatico spetti in gran parte ai governi nazionali, che hanno la necessaria legittimità democratica e possono applicare gli strumenti più adeguati, come l’imposizione di una carbon tax, l’eliminazione graduale dei sussidi ai combustibili fossili e misure normative sulle emissioni di gas serra, fornendo inoltre sussidi o incentivi fiscali alle attività verdi.
Nella transizione è necessario orientare in modo chiaro le aspettative di mercato; è quindi necessario a tal fine operare per rendere sempre più credibile il quadro complessivo di cooperazione internazionale. Una funzione di impulso può essere svolta delle banche multilaterali di sviluppo. Tali istituzioni sono fondamentali per catalizzare i capitali privati e promuovere la creazione di strumenti atti a finanziare progetti per la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici, specialmente nelle economie più fragili dove, come ho ricordato, la sfida della transizione è resa più complessa dalla contemporanea crescita della domanda di energia connessa con lo sviluppo economico.
Infine, continua Visco, la finanza facilita la realizzazione degli investimenti, ma non può creare essa stessa i progetti “verdi”. La loro insufficienza è spesso conseguenza di politiche inadeguate e incerte, di eccessiva burocrazia, delle incertezze e della poca chiarezza con cui si comunicano rischi e obiettivi. Si tratta di elementi di freno da rimuovere il più possibile in modo rapido e deciso, anche per contenere e ridurre la diffidenza e il malcontento che frenano a livello locale la realizzazione di progetti sempre più necessari.