Banca d’Italia ha recentemente pubblicato uno studio sul ruolo che possono assumere l’economia comportamentale e la neurofinanza nella tutela dei consumatori finanziari.
Lo studio evidenzia come nel mondo siano ormai molte le Autorità finanziarie interessate ad esplorare questi due ambiti per assicurare una maggiore protezione dei consumatori finanziari e, guardando all’Italia, anche Banca d’Italia e Consob si sono mosse in tal senso.
Consob, in particolare, ha istituito nel 2014 uno specifico Osservatorio sulle scelte di investimento delle famiglie italiane.
Da un punto di vista organizzativo, dallo studio emerge come le Autorità finanziarie che hanno intrapreso ricerche in materia di economia comportamentale e di neurofinanza stiano seguendo due strade: la prima consiste nella creazione di unità di ricerca interne alle Autorità medesime (è il caso, ad esempio, della Authority for the Financial Markets nederlandese), la seconda nell’istaurazione di rapporti di collaborazione con terze parti come Università, intermediari finanziari, etc.
Quanto ai metodi di ricerca impiegati nell’analisi dell’economia comportamentale e della neurofinanza, lo studio di Banca d’Italia evidenzia come sia seguito prevalentemente un approccio empirico, attraverso lo svolgimento di indagini e sondaggi oppure mediante esperimenti, in laboratorio o sul campo.
Un esempio è dato dallo studio condotto dalla citata Authority for the Financial Markets nederlandese sugli effetti, nelle scelte d’indebitamento dei consumatori, dell’avviso “Beware! Borrowing money costs money”.
I risultati raccolti dalle Autorità, poi, possono essere utilizzati dalle stesse per orientare le proprie politiche così come le rispettive scelte tecniche di regolamentazione e vigilanza.
Un esempio è dato dalla Direttiva 2002/65/CE concernente la commercializzazione a distanza di servizi finanziari ai consumatori, preceduta da ampie ricerche sul comportamento dei consumatori da parte della Commissione Europea.