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Attualità

UIF: come prevenire i fenomeni di criminalità finanziaria connessi al COVID-19

20 Aprile 2020

Sabrina Galmarini, Partner, Isabella Frisoni, Trainee, La Scala Società Tra Avvocati

Di cosa si parla in questo articolo

Con comunicazione del 16 aprile 2020 (di seguito, la “Comunicazione”), l’Unità per l’Informazione Finanziaria per l’Italia (“UIF”) ha pubblicato una serie di indicazioni rivolte agli intermediari, ai professionisti, agli altri operatori qualificati e alle Pubbliche Amministrazioni al fine di agevolare una collaborazione attiva nella prevenzione dei fenomeni di criminalità finanziaria connessi all’emergenza da COVID-19.

Come osserva la UIF, l’attuale emergenza sanitaria espone il sistema economico-finanziario a molteplici rischi di comportamenti illeciti:

  • sussiste il pericolo di truffe, di fenomeni corruttivi e di possibili manovre speculative anche a carattere internazionale;
  • l’indebolimento economico di famiglie e imprese accresce i rischi di usura e può facilitare l’acquisizione diretta o indiretta delle aziende da parte delle organizzazioni criminali;
  • gli interventi pubblici a sostegno della liquidità possono determinare tentativi di sviamento e appropriazione, anche mediante condotte collusive;
  • il mutamento improvviso delle coordinate di relazione sociale aumenta l’esposizione di larghe fasce della popolazione al rischio di azioni illegali realizzate anche on line.

Con riferimento a tale situazione, l’UIF, allineandosi alle preoccupazioni da già espresse da istituzioni nazionali ed internazionali[1], evidenzia nel Comunicato la necessità di operare in maniera coesa affinché gli interventi pubblici raggiungano gli obiettivi prefissati, sostenendo effettivamente persone e imprese in difficoltà, prevenendo possibili effetti distorsivi e preservando l’integrità dell’economia legale.

A tal riguardo, il sistema di prevenzione del riciclaggio può rappresentare indubbiamente uno strumento efficace poiché, attraverso la sua capacità di coinvolgere l’intera struttura economica del Paese, è in grado di intervenire tempestivamente sulle operazioni in corso.

Pertanto, l’UIF, rivolgendosi ai soggetti che sono parte attiva del sistema di prevenzione, richiede un impegno particolare affinché calibrino i propri presidi antiriciclaggio nella maniera più efficace. In particolare, il Comunicato sottolinea l’importanza di supportare adeguatamente il dispiegarsi dell’intervento pubblico di sostegno, ma anche di intercettare e comunicare tempestivamente all’UIF, ai sensi degli artt. 10 e 35 del D.Lgs. 231/2007, tutte le situazioni sospette per consentire l’attivazione dei meccanismi di approfondimento e indagine.

Quali sono i profili di criticità cui prestare particolare attenzione, nell’azione di prevenzione dei fenomeni criminali connessi all’emergenza sanitaria in corso?

Il Comunicato, nell’intento di agevolare la collaborazione attiva, richiama l’attenzione dei soggetti obbligati sui seguenti punti.

In primo luogo, specifici profili comportamentali a rischio possono ricorrere nell’ambito della gestione dell’emergenza sanitaria, con particolare riferimento a possibili truffe nei settori delle forniture e dei servizi più direttamente collegati al contrasto del COVID-19[2]. Al riguardo, l’UIF richiama l’attenzione sulla verifica dell’attività svolta in tale ambito da operatori che non risultano avere precedente esperienza nel settore o in altri analoghi. Dovranno, altresì, considerarsi le ipotesi di manovre speculative su detti prodotti e servizi che potrebbero rivelarsi penalmente rilevanti, nonché le proposte di sottoscrizione/vendita di titoli di aziende impegnate nella ricerca scientifica o nella produzione di device elettromedicali.

Non potrà, poi, essere trascurato il rischio di ipotesi corruttive specie negli affidamenti per l’approvvigionamento delle forniture e dei servizi necessari all’attività di assistenza e ricerca. Tale rischio potrà mitigarsi approfondendo, in particolare, l’eventuale coinvolgimento di persone politicamente esposte (“PEP”), come anche le valutazioni connesse con la ricezione di fondi pubblici, specie se di importo rilevante e non coerente con l’attività svolta dal cliente.

Possono inoltre verificarsi meccanismi fraudolenti connessi con la raccolta di fondi, mediante piattaforme on line di crowdfunding, a favore di fittizie organizzazioni non profit. Al riguardo, l’UIF sottolinea la necessità di monitorare i rapporti sui quali confluiscono dette raccolte di fondi, in relazione al profilo del cliente accertato in sede di adeguata verifica e all’utilizzo dei fondi stessi.

In secondo luogo, il Comunicato evidenzia come il prolungato periodo di lockdown determini situazioni di difficoltà finanziaria rispetto alle quali è elevato il rischio di infiltrazione criminale da parte di organizzazioni che possono trovare terreno fertile per svolgere attività usurarie e per rilevare o infiltrare imprese in crisi con finalità di riciclaggio. In riferimento a ciò, nelle valutazioni dei soggetti obbligati assumeranno centralità le informazioni sugli assetti proprietari e sulle operazioni aziendali e societarie[3], sull’origine dei fondi e sulle effettive finalità economico-finanziarie sottostanti alle transazioni.

Per quanto concerne le sovvenzioni e le misure di sostegno economico predisposte dal Governo, il corretto adempimento degli obblighi di prevenzione – anche in materia di adeguata verifica – e la valutazione di tutti gli elementi informativi disponibili sui richiedenti i finanziamenti potrà arginare il rischio che si verifichino abusi penalmente rilevanti sia nella fase di accesso al credito garantito dalle diverse forme di intervento pubblico che in quella di utilizzo delle risorse disponibili.

In terzo luogo, si richiama l’importanza del monitoraggio delle attività a distanza e degli strumenti di pagamento elettronici, il cui impiego è destinato ad aumentare ulteriormente in questi mesi[4]. In tale contesto, infatti, si insinua il rischio di proliferazione delle truffe on line, mediante il sistema della compravendita di beni inesistenti o contraffatti, ovvero a prezzi sproporzionati, nonché di reati informatici a danno di utenti e imprese. Al riguardo, l’UIF richiama l’attenzione al monitoraggio delle transazioni on line, attraverso le procedure di selezione automatica delle operazioni anomale di cui i soggetti obbligati si avvalgono per finalità di prevenzione, tenuto conto della tipologia di clienti e della loro attività.

In conclusione, l’UIF precisa che gli elementi informativi riportati nella Comunicazione hanno natura esemplificativa. Pertanto, tutti i destinatari degli obblighi di comunicazione o segnalazione alla UIF di cui agli artt. 10 e 35 del D.Lgs. 231/2007 devono valutare anche ulteriori comportamenti e caratteristiche delle operatività sintomatiche di rischi di infiltrazione criminale.

Quanto alle segnalazioni di eventuali operazioni sospette, l’UIF richiede, infine, che le medesime siano portate alla sua attenzione con la massima tempestività e che, al fine di agevolare una pronta individuazione delle casistiche oggetto della presente comunicazione, nei campi descrittivi della segnalazione/comunicazione sia espressamente richiamata la connessione con l’emergenza COVID-19.

 


[1] Il riferimento è alle posizioni espresse:

  • da Europol nel report del 27 marzo 2020 “Pandemic profiteering: how criminals exploit the COVID-19 crisis”,
  • dal GAFI il 1° aprile 2020, in occasione dello “Statement by the FATF President: COVID-19 and measures to combat illicit financing”, nonché
  • da Interpol lo scorso 6 aprile sul tema “Preventing crime and protecting police: INTERPOL’s COVID-19 global threat assessment”.

[2] Si cita, ad esempio, l’offerta e la commercializzazione di dispositivi di protezione individuale, igienizzanti, apparecchi elettromedicali in realtà non esistenti, contraffatti o di qualità inferiore agli standard richiesti.

[3] Al riguardo rilevano, ad esempio, gli anomali trasferimenti di partecipazioni, le garanzie rilasciate o ricevute, lo smobilizzo di beni aziendali a condizioni non di mercato.

[4] Le misure di distanziamento sociale, infatti, hanno comportato il passaggio di molte attività di compravendita dal canale tradizionale a quello telematico.

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